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MESSAGGIO DEL PRESIDENTE ARDITI/1

27 Febbraio 2020 - BLOG
MESSAGGIO DEL PRESIDENTE ARDITI/1

In questi giorni il Presidente di Ristopiù Lombardia, Giuseppe Arditi, si sta impegnando in prima persona a salvaguardare il lavoro dei suoi tantissimi clienti, operatori del settore Horeca, pesantemente colpiti dalle ordinanze emanate in conseguenza al Coronavirus. Ha dunque scritto due lettere, una indirizzata agli organi regionali (Presidente della Regione, Vice Presidente, Sindaco di Milano) per esprimere la preoccupazione e richiedere azioni URGENTI. Di seguito il testo della lettera inviata ai responsabili di Regione Lombardia. Domani pubblicheremo la lettera indirizzata al Presidente della Camera di Commercio di Milano, Monza e Brianza, Lodi. 

 

Varedo, 26 Febbraio 2020

 

Egregi Signori,

mi chiamo Giuseppe ARDITI, sono Presidente di Ristopiù Lombardia Spa, società che opera nel settore dell’Horeca in Lombardia, in particolare nella Provincia di Milano e della Brianza, Presidente del Consorzio e dell’Associazione Ursa Major, Presidente di Surgelite, una rete d’imprese.

Faccio parte del Consiglio d’Amministrazione di Ristopiù Piemonte e Cuneo.

Tutte queste realtà commercializzano prodotti alimentari per Bar, Hotel e Ristoranti.

Come ogni Italiano sto seguendo con molta attenzione gli accadimenti di questi giorni e i relativi sviluppi sul c.d “Covirus” nelle nostre Città, sia dal punto di vista del cittadino, sia dal punto di vista dell’imprenditore.

Vorrei intanto e prima di ogni cosa esprimere il mio apprezzamento e ringraziamento a tutti gli operatori sanitari e a tutti coloro che ogni giorno si stanno adoperando con grande professionalità per affrontare questa emergenza.È molto importante però che si abbia piena consapevolezza che oltre al tema fondamentale della salute, tutta questa vicenda, come son certo ben sapete, può incidere molto negativamente sulla nostra economia.

Più volte è stata invitata la popolazione a mantenere la calma ma, di fatto, questo non è successo, come dimostra l’assalto di cui sono stati protagonisti i supermercati: interi scaffali di generi alimentari di prima necessità e non solo, letteralmente svaligiati.

Questo non è il Coronavirus, questa è la paura e il panico di chi non capisce cosa sta succedendo, questa è la paura di chi non sa da che parte sbattere la testa e non capisce le misure che sono state prese, questa è la paura di chi è bombardato solo da notizie negative e anche contraddittorie.

Sul sito www.salute.gov.it è riportato quanto segue:

“Come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie. Raramente può essere fatale.

Generalmente i sintomi sono lievi ed a inizio lento. Alcune persone si infettano ma non sviluppano sintomi né malessere.

La maggior parte delle persone (circa l’80%) guarisce dalla malattia senza bisogno di cure speciali. Circa 1 persona su 6 con COVID-19 si ammala gravemente e sviluppa difficoltà respiratorie.

Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache. Al momento il tasso di mortalità è di circa il 2%. (Fonte OMS)”

Perché, prima di tutte le notizie negative, gli allarmismi, le misure cautelari non sono stati passati questi messaggi?

E se tutto questo panico fosse la conseguente ricaduta a cascata di una imprecisa gestione della comunicazione alla collettività? Dello spronare le persone a rimanere chiuse in casa, al lavorare da casa, al non frequentare posti affollati?

 

Tutto ciò sta impattando e impatterà pesantemente nei mesi a seguire sulla nostra economia: il Nord è il motore trainante dell’economia italiana, con la grande Lombardia in cima alla lista. Se cade il Nord, cade l’Italia intera e Milano, quale capitale famosa in tutto il mondo per la moda, il design e l’innovazione.

La nostra grande nazione ha, tra gli elementi principali della sua crescita e sostentamento il turismo, se viene meno sarà il tracollo.

Qui le domande sorgono spontanee.

Avete attuato delle misure che, in alcuni casi,colpiscono direttamente gli interessati, penso a bar, locali notturni e qualsiasi altro esercizio di intrattenimento aperto al pubblico che devono chiudere dalle ore 18.00 alle ore 6.00.

Altri, invece, ne vengono colpiti indirettamente, penso ad alberghi e hotel, poli fieristici, produttori e distributori specifici del settore HO.RE.CA. 

  1. Quali misure avete adottato per andare incontro a queste realtà?
  2. Come pensate di supportare le famiglie che vivono grazie a questo lavoro?
  3. Come pensate di aiutare gli imprenditori che:
  4. Devono pagare stipendi?
  5. Devono pagare tasse?
  6. Quali sono le misure e gli accordi che avete preso con gli istituti di credito per aiutare gli imprenditori che:
  7. Devono pagare mutui?
  8. Devono pagare finanziamenti?
  9. Devono pagare fornitori?

La mia è la considerazione e preoccupazione di un imprenditore che ha sempre agito in modo attento e lungimirante e che ora si trova davanti ad azioni e decisioni che, oltre ad aver scatenato il panico nella popolazione,come dimostra l’assalto ai supermercati, non sembrano minimamente tenere in considerazione gli effetti devastanti che, a cascata, distruggeranno l’economia del paese.

Fino a quando alla popolazione verranno passati messaggi contraddittori non si arriverà da nessuna parte.

Infatti, in una video intervista pubblicata su La Repubblica, il Presidente Dott. Fontana afferma che“è poco più, non sono parole mie, sono parole dei tecnici con cui parliamo, è poco più di una normale influenza. Tanto è vero che le persone che purtroppo sono decedute sono tutte persone o molto anziane o comunque con compromissione derivante da altre patologie importanti…”

Ma allora:

  • perché annullare manifestazioni fieristiche?
  • perché limitare l’attività di bar e locali d’intrattenimento dalle 18.00 alle 06.00 e non quella di ristoranti e pizzerie?
  • perché chiudere le scuole ma non le fabbriche?
  • perché chiudere i centri commerciali ma solo nei weekend?
  • perché creare questo allarmismo devastante?

La mia vuole essere una considerazione sia sociale che imprenditoriale e sono certo che abbiate già piena consapevolezza anche di tali profili e che, nelle decisioni dei prossimi giorni, terrete in conto ogni aspetto connesso a questa delicata fase del nostro straordinario e unico Paese.

Paese che, come sempre, nei momenti difficili (ne sono certo !) darà il meglio.

Nell’augurare buon lavoro, porgo i miei più sinceri e cordiali saluti.

Ristopiù Lombardia SPA – Il Presidente

Giuseppe Arditi

 

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