Sai che dietro la scelta di una pietanza o di un cocktail, molto spesso, non si nasconde soltanto la mera preferenza del cliente?
Accade, infatti, che molti clienti decidano di optare o meno per un deteminato alimento o bevanda, in virtù di alcune piccole paure o fobie che possono colpirli e che, quindi, ne limitano o ne condizionano la scelta finale.
Si chiamano paure alimentari e ne esistono moltissime. Tra le più comuni e note vi sono la paura di ingioiare spine o lische di pesce e la paura della contaminazione…
Ma la questione legata alle paure alimentari è quanto mai più articolata: molte persone che soffrono di questi disturbi vengono spesso derise o fraintese, ecco perché – per te che sei nell’ambito della ristorazione- è importante saperle riconoscere e fare di tutto per mettere a tuo agio il cliente.
Paure alimentari: ecco le 5 più diffuse
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Ichthyophobia: letteralmente la paura del pesce. In realtà questa fobia si riferisce alla paura irrazionale di ingioiare o strozzarsi con una lisca di pesce e, più in generale, con qualcosa di piccolo e potenzialmente nocivo ( noccioli, semi, spine)
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L’ortoressia: è stato definito il disturbo della nuova generazione e, in sostanza, si tratta della paura di mangiare cibi non biologici o contaminati.
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Neofobia alimentare: con questo termine si indica la riluttanza o il timore di ingerire nuovi cibi o alimenti che non si sono mai ingeriti nel corpo umano.
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L’angrofobia: è quel timore che colpisce chi ha paura di avere fame e teme di restare senza cibo.
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Sitofobia: l’incontrollabile paura generica del cibo. Le persone che sono affette da questo disturbo rifiutano il cibo in tutte le sue forme e lo percepiscono come un elemento avverso.
Ma ne esistono anche altre, come la paura delle banane o del vino, la paura degli alimenti sottili e lunghi che possano ricordare dei vermi o serpenti e così via. L’importante è comprendere il disturbo e cercare di offrire una soluzione alternativa al cliente o alla persona che si ha di fronte.