Chi sa quanto costa, davvero, un croissant?
Ma soprattutto: quale dovrebbe essere il suo giusto prezzo finale?
Impossibile dare una risposta che vada bene per tutta la filiera. A mano a mano che il prodotto passa di mano in mano il suo prezzo giustamente lievita. Ma quanto? Sino a quanto?
Mettiti dal punto di vista del consumatore finale. Ha visto aumentare il prezzo anche di 20-30 centesimi nel giro di poche settimane.
Ma il prodotto è rimasto lo stesso.
E la giustificazione “sono aumentati i costi” fa ridere, in quanto anche le sue spese famigliari sono aumentate, ma lui non può farci proprio niente, se non continuare ad aprire il borsellino.
Da qui un certo fastidio e la conseguenza: molti rinunciano al classico cappuccino e brioche del mattino, perché si sentono presi in giro. E magari al posto di frequentare il tuo bar ogni giorno vengono due volte a settimana.
Questo non è giusto e non fa bene né a te né a lui.
Esci subito da questa spirale distruttiva.
Come? Dando valore a ciò che vendi.
Il cliente non accetta di pagare lo stesso prodotto diversi centesimi in più? I casi sono due: o cambi prodotto oppure gli motivi il prezzo – non l’aumento! – spiegando la qualità di ciò che proponi.
Certo, alla base di questo ragionamento deve esserci un buon prodotto, non una referenza da discount.
Il tuo croissant, per esempio, costa 1.50 euro in quanto la sfoglia è molto ariosa, è impreziosito da granella in superficie, è riccamente farcito di vera confettura, è preparato con burro pregiato belga. Ecco: queste sono le motivazioni corrette che spiegano un costo di un certo tipo.
E queste informazioni tu devi rendere visibile nel locale e sui Social.
Se anche tu sei stretto nella morsa degli aumenti e non vuoi rinunciare all’alta qualità… scegli i tuoi prodotti sulla Locandina di Gennaio, Mese Internazionale di Colazione Perfetta, troverai tantissimi bonus a tua disposizione. Vai su www.ristopiulombardia.it per richiederla subito.